Ozonoterapia

L’Ozonoterapia è una terapia medica che prevede l’utilizzo di una miscela di gas formata da Ossigeno e Ozono in opportune concentrazioni, volumi e vie di somministrazione e viene impiegata per il trattamento di numerose patologie. La miscela gassosa viene prelevata al momento dell’utilizzo con siringhe graduate, da un generatore dotato di fotometro che ne controlla la concentrazione.

Meccanismi di azione

L’ozono, in quanto ossidante, se somministrato al dosaggio opportuno è in grado di evocare una risposta da parte dei sistemi antiossidanti con produzione di secondi messaggeri responsabili di una serie di risposte bio-umorali a cascata alle quali si deve sia il pronto effetto analgesico sia l’effetto positivo nelle patologie discali nel lungo termine.

L’ ozono agisce ai seguenti livelli:

- inibizione della Prostaglandina E2 della Fosfolipasi A2 e di altre citochine pro-infiammatorie (IL-1, 2, 8, 12, 15, interferone-α)

- aumento del rilascio di citochine immunomodulanti (IL-10, fattore B1): analgesiche anti-infiammatorie

- miglioramento del microcircolo per attivazione del NO endoteliale, riduzione della stasi venosa e conseguente effetto analgesico (la radice nervosa è estremamente sensibile all’ipossia);

- disidratazione del materiale erniato e riaggiustamento della matrice mucopolisaccaridica e dei proteoglicani per un effetto chimico diretto dell’ozono;

-successiva stimolazione e rigenerazione della matrice lesionata con formazione di nuovi vasi sanguigni.

Campi di applicazione dell’ ozono nelle patologie muscolo scheletriche

Tendinopatie ed entesiti

Grazie ai suoi effetti antinfiammatori e alla mancanza di effetti collaterali, è possibile utilizzare l'ozono al posto degli steroidi per le iniezioni locali . È utilizzato con successo nelle tendinopatie della spalla , del gomito (epicondilite e epitrocleite), del polso ( tendinite di De Quervain), dell’anca (tendinite del medio gluteo e borsite al trocantere), del ginocchio (tendinite della zampa d’oca), della gamba (tendinopatia achillea). L’eventuale presenza di calcificazioni non rappresenta una controindicazione.

Artrosi

Le infiltrazioni di ozono sono ampiamente utilizzate per trattare l'artrosi del ginocchio. Altre sedi quali la spalla, le articolazioni temporo mandibolari, le articolazioni interfalangee della mano e l’articolazione trapezio metacarpale, l’anca e la caviglia possono inoltre essere trattate con buoni risultati. L’associazione con l’acido ialuronico consente di migliorare ulteriormente il dolore e la funzionalità articolare.

Intrappolamenti nervosi

Le infiltrazioni di ozono sono indicate nella sindrome compressiva del nervo mediano a livello del tunnel carpale, del nervo ulnare a livello del tunnel cubitale al gomito e del canale di Guyon al polso, del nervo tibiale posteriore a livello del tunnel tarsale. Il tessuto nervoso è particolarmente sensibile all’ozono, per cui, in queste patologie, per ottenere buoni risultati vengono utilizzate concentrazioni del gas inferiori rispetto a quelle utilizzate in altre patologie. Vengono trattati con questa tecnica i pazienti che presentano la tipica sintomatologia algico-parestesica nel territorio di distribuzione del nervo mediano, in assenza di significativi deficit sensivi e in assenza di deficit motori.

Un’altra patologia che interessa una struttura nervosa che, pur non rientrando nelle sindromi compressive canalicolari, è in grado di rispondere alla terapia con ozono, è il neurinoma di Morton. Questa patologia, che rappresenta una delle cause più frequenti di metatarsalgia, è legata ad una fibrosi peri nervosa (secondaria ai microtraumi subiti dal nervo nel passaggio tra le teste metatarsali), a carico di uno dei nervi digitali comuni (più frequentemente il terzo, deputato all’innervazione sensitiva del 3° e 4° dito). La sintomatologia tipica è rappresentata da un dolore urente, talvolta accompagnato da sensazione di scossa elettrica e parestesie avvertite nel territorio di distribuzione del nervo interessato; è aggravata dal carico, tipicamente dal camminare.

Patologie della colonna vertebrale

Le tecniche infiltrative che prevedono la somministrazione di farmaci nei muscoli adiacenti alle vertebre sono definite infiltrazioni paravertebrali; queste rappresentano il più efficace approccio conservativo nella cura dei dolori conseguenti ad un conflitto disco-radicolare.

Le indicazioni per il trattamento con l’ ozono sono le seguenti:

- Ernia del disco e conflitto disco-radicolare

- Malattia degenerativa del disco

- Osteoartrosi delle faccette articolari

- Stenosi del canale spinale lombare

Ci sono due modalità principali per effettuare l’infiltrazione:

approccio paravertebrale classico

viene eseguito localizzando dapprima lo spazio intervertebrale che è situato tra due processi spinosi di due vertebre contigue, del segmento o dei segmenti da trattare (solitamente non più di due) usando come reperi:

-per la colonna cervicale il processo spinoso della settima vertebra, facilmente riconoscibile in quanto maggiormente prominente rispetto alle vertebre contigue superiori e inferiori

-per la colonna lombosacrale il processo spinoso della quarta vertebra, localizzabile sul prolungamento della linea che congiunge le due creste iliache.

Si inietta quindi, a 2,5 cm circa a lato dello spazio interspinoso prescelto, bilateralmente, la miscela di ossigeno ozono alla concentrazione di 10 µg /ml fino a 15 µg /ml ad una profondità di 3-4 cm a seconda della corporatura del paziente nella quantità di 5-10 ml ; il gas viene iniettato nella muscolatura paravertebrale e, fatto di estrema rilevanza, per le sue caratteristiche fisiche di marcata diffusibilità, è in grado di raggiungere le strutture disco-radicolari interessate

nel trattamento delle patologie che interessano il tratto cervicale la puntura viene eseguita a 2 cm dalla linea mediana ad una profondità di 1,5-2,5 cm con una concentrazione di 10 µg /ml nella quantità di 3-5 ml

iniezione paravertebrale profonda “perifaccette articolari”

utilizza una procedura simile , ma la distanza dalla linea mediana è lievemente inferiore ed è necessario utilizzare aghi più lunghi per poter raggiungere le articolazioni posteriori con la punta dell'ago e iniettare intorno alle faccette; la quantità di ozono utilizzata è la stessa. In questo caso utilizzo la guida ecografica che mi garantisce la precisione necessaria per raggiungere il bersaglio; questa metodica consente di ridurre il numero delle sedute

Dopo aver eseguito l’infiltrazione paravertebrale è opportuno ricercare i punti regionali dolenti alla pressione (punti satelliti del dolore) e trattarli con piccole quantità di ozono utilizzando aghi molto sottili e corti (4- 16 mm) e, in caso di sciatalgia o brachialgia, (dolore irradiato lungo un arto a partenza da una radice infiammata) è altresì opportuno iniettare con la stessa metodica l’ozono lungo la proiezione del dolore.